Il processo di rottura
Uno spettacolo di teatro civile che ha come oggetto il processo che venne tenuto a Torino durante gli anni di piombo (anni ’70) ai capi storici, gli ideatori, delle Brigate Rosse. Processo che venne chiamato, appunto “di rottura”.
È un processo che ha fatto storia, non solo nell’ambiente giuridico:
- per le persone coinvolte e i temi trattati: le BR non riconoscevano lo Stato e quindi neanche il la Corte d’Assise che li doveva giudicare; rifiutarono qualunque tipo di difesa tecnica, revocarono il mandato ai loro difensori ed intendevano loro, da imputati, giudicare la Corte, anziché esser giudicati;
- per la difficoltà nel trovare i componenti laici (cittadini comuni, non magistrati) della Corte d’Assise a causa delle minacce di morte provenienti dall’ambiente degli imputati;
- per gli omicidi strumentali commessi dalle BR durante il processo (in quel periodo venne sequestrato e ucciso Moro);
- per l’omicidio del Presidente dell’Ordine degli avvocati di Torino avvenuto durante il processo quando, avendo le BR revocato i loro difensori – e rifiutando qualunque tipo di difesa tecnica – venne nominato dalla Corte d’Assise loro difensore d’ufficio (a garanzia degli imputati, essendo in Italia la difesa tecnica);
- perché come dice un personaggio alla fine dello spettacolo, in quel periodo di quasi guerra civile, “lo Stato vacillò, ma non cadde grazie al sangue di uomini onesti”.
E’ uno spettacolo, come detto, di teatro civile, rivolto alla cittadinanza per il particolare significato che ebbe nella storia nel nostro Paese quel processo.